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Mineral Reporting in Italia e in Europa: trasparenza, investimenti e transizione verde

Il mineral reporting è centrale per investimenti, trasparenza e materie prime critiche in Italia e in Europa. Standard PERC, CRIRSCO e quadro UE.

Introduzione

Il mineral reporting — ovvero la classificazione e la comunicazione pubblica dei risultati di esplorazione, delle risorse e delle riserve minerarie secondo standard riconosciuti — sta assumendo un ruolo sempre più strategico per governi, imprese minerarie, investitori e stakeholder lungo l’intera filiera. Non è più soltanto una disciplina tecnica: rappresenta una leva fondamentale per attrarre investimenti, garantire la conformità normativa, rafforzare la responsabilità ambientale e sociale e assicurare la sicurezza delle catene di approvvigionamento di materie prime critiche, indispensabili per la transizione energetica.

 

L'importanza del Mineral Reporting oggi

  1. Sicurezza delle supply chain e strategia europea
    L’Unione Europea ha posto le materie prime critiche al centro delle proprie politiche industriali e strategiche, in particolare con il Critical Raw Materials Act. Una conoscenza accurata, comparabile e aggiornata delle risorse minerarie è quindi essenziale per la pianificazione industriale, la sovranità tecnologica e la riduzione delle dipendenze esterne.
  2. Affidabilità finanziaria e accesso al capitale
    Report trasparenti, redatti secondo standard internazionalmente riconosciuti, riducono l’asimmetria informativa e il rischio percepito dagli investitori. Banche, fondi e mercati dei capitali richiedono sempre più spesso la conformità a codici della famiglia CRIRSCO (come il PERC) per finanziare progetti di esplorazione e sviluppo minerario.
  3. Allineamento tra standard internazionali e politiche pubbliche
    Oggi esistono strumenti di raccordo tra i codici di reporting di mercato (CRIRSCO/PERC) e i sistemi di classificazione utilizzati dai governi, come la United Nations Framework Classification (UNFC). Questo consente una comunicazione coerente tra imprese, autorità pubbliche e istituzioni finanziarie.
  4. Trasparenza ambientale e responsabilità sociale
    I nuovi requisiti di rendicontazione, inclusi quelli legati alla sostenibilità, richiedono informazioni più dettagliate su impatti ambientali, uso del suolo, gestione delle risorse e circularity. Il mineral reporting diventa così complementare e integrato ai report ESG aziendali.

 

Il quadro normativo europeo e le ricadute pratiche

Con l’entrata in vigore del Critical Raw Materials Act (Regolamento (UE) 2024/1252, applicabile dal 23 maggio 2024), l’Unione Europea ha formalizzato l’obiettivo di garantire un accesso sicuro, resiliente e sostenibile alle materie prime critiche necessarie alle industrie strategiche.

Questo comporta due conseguenze dirette per il mineral reporting:

  • le autorità pubbliche e gli operatori di mercato richiedono dati sempre più affidabili, verificabili e interoperabili sulle risorse presenti nei territori;
  • i progetti considerati strategici e i relativi strumenti di incentivazione tendono a favorire chi adotta standard riconosciuti e solide pratiche di due diligence lungo la catena di approvvigionamento.

 

Standard riconosciuti: PERC, CRIRSCO e collegamento con UNFC

In Europa, il principale riferimento per la rendicontazione ai mercati è il PERC Reporting Standard, pienamente allineato al template CRIRSCO. Esso definisce principi fondamentali, categorie di classificazione (Exploration Results, Mineral Resources, Mineral Reserves) e requisiti di disclosure.

Per facilitare il dialogo con le politiche pubbliche e le valutazioni nazionali, sono stati inoltre sviluppati documenti di bridging tra CRIRSCO e la UN Framework Classification (UNFC). Questa convergenza è cruciale perché:

  • evita duplicazioni nei processi di reporting;
  • aumenta la coerenza e la qualità dei dataset;
  • semplifica l’analisi del rischio-paese e dei progetti da parte di investitori e istituzioni.

 

Il contesto italiano: conoscenza del territorio e opportunità

L’Italia dispone di una solida tradizione di studi geologici, inventari e banche dati pubbliche (ad esempio le attività di ISPRA e la cartografia geologica nazionale). La sfida attuale consiste nel trasformare questa ricchezza informativa in report standardizzati, comparabili e comprensibili per i mercati finanziari e per le istituzioni coinvolte nelle politiche sulle materie prime.

Una maggiore integrazione tra dati pubblici (cartografia, campionamenti, concessioni e permessi) e report aziendali validati secondo standard PERC/CRIRSCO può:

  • aumentare la trasparenza sul potenziale minerario nazionale;
  • attrarre investimenti in esplorazione e in impianti a basso impatto ambientale;
  • supportare le decisioni di politica industriale e le strategie di economia circolare.

 

Impatti su imprese, banche e comunità locali

Per le imprese
L’adozione di standard riconosciuti rafforza la credibilità, facilita l’accesso al credito e ai mercati dei capitali e riduce il rischio di controversie legate a comunicazioni incomplete o non conformi.

Per banche e investitori
Report omogenei, trasparenti e verificabili migliorano la valutazione del rischio e rendono più agevole il finanziamento di progetti realmente bankable.

Per le comunità e le amministrazioni locali
Una comunicazione chiara su volumi, tempistiche, piani di sviluppo e impatti ambientali favorisce il dialogo pubblico, la fiducia e meccanismi di condivisione del valore (ad esempio benefit-sharing, riqualificazione e riuso dei siti).

 

Raccomandazioni operative: una breve roadmap

  1. Allineare i report aziendali agli standard PERC/CRIRSCO per le comunicazioni ai mercati, prevedendo una mappatura verso UNFC nei rapporti con enti pubblici e bandi nazionali o europei.
  2. Integrare il mineral reporting con i report ESG, includendo metriche ambientali, sociali e di governance coerenti con gli standard GRI e con quelli settoriali (ad esempio GRI 14 – Mining Sector).
  3. Sviluppare dataset aperti e interoperabili in collaborazione con le istituzioni geologiche nazionali e regionali (es. ISPRA e Regioni) per migliorare la pianificazione e l’accesso agli incentivi pubblici.
  4. Rafforzare le competenze tecniche e legali, formando competent persons, geologi certificati ed esperti di due diligence per garantire qualità, responsabilità e affidabilità delle dichiarazioni pubbliche.
  5. Monitorare costantemente l’evoluzione normativa europea, incluse le iniziative su trasparenza e due diligence (ad esempio conflict minerals e nuovi strumenti della Commissione), per rimanere aggiornati e conformi.

 

Conclusione — Perché investire oggi nel Mineral Reporting

La convergenza tra obiettivi strategici europei (sicurezza delle materie prime, decarbonizzazione), requisiti di mercato e crescenti aspettative di trasparenza rende il mineral reporting una leva strategica e non più un’attività tecnica accessoria.

In Italia e in Europa, le aziende che sapranno sviluppare report affidabili, verificabili e interoperabili — collegando il dato geologico alla governance ambientale e finanziaria — potranno ottenere vantaggi concreti: migliore accesso ai finanziamenti, relazioni più solide con le comunità locali e una posizione competitiva nella transizione verso un’economia più verde, resiliente e sostenibile.

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